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Cambiare le nostre abitudini
Dal dizionario della lingua italiana: abitudine “disposizione congenita o acquisita, ormai divenuta tipica dell’individuo, e che non richiede perciò alcun impegno”; l’origine etimologica deriva dall’ habitus latino ovvero da habere “avere, possedere”.
Tutti gli esseri viventi, animali compresi, hanno delle abitudini consolidate che accompagnano a livello più o meno conscio la quotidianità.
Normalmente al mattino ci alziamo, laviamo, vestiamo, facciamo colazione, andiamo al lavoro, pranziamo, torniamo a casa per occuparci di cose legate alle necessità domestiche o ad interessi personali.
Nell’arco della settimana le persone più attive e d’indole sociale si concedono una variante: la serata con gli amici, al cinema, a teatro, ad un concerto e via dicendo.
Tutti ci permettiamo uno strappo alla regola, se ne abbiamo l’opportunità, vuoi per sfuggire alla noia o per dimostrare a noi stessi che siamo ancora vivi ed in grado di affrontare delle novità.
Perchè questo, in fondo, è il nocciolo del problema: in questo nostro mondo (limitandoci alla vecchia Europa), dove tutto quello che di insolito accade ci scivola via di dosso come una spruzzatina d’acqua fintanto che non ci colpisce direttamente, l’esistenza scorre senza grandi scosse o insoliti turbamenti.
Ogni tanto ci vengono a raccontare di catastrofi imminenti, fame e guerra in paesi lontani, delitti efferati nel condominio accanto, rinnovamenti politici e sociali, ma nessuno pone nell’ascolto di queste notizie particolare attenzione o fede (soprattutto se si tratta di politica) perchè non sono direttamente legate al vivere abituale.
Quali sono le novità che ci toccano direttamente?
Un nuovo cellulare che ci porta via una giornata intera prima di riuscire a capire come diavolo funziona; il computer ultimo modello davanti al quale stenti a raccappezzarti; l’auto nuova, simbolo del tuo stato sociale, con un mucchio di accessori di cui non afferri bene l’utilità.
Da tutto ciò si potrebbe dedurre che in effetti le abitudini sono sinonimo di possesso, simboli di potere gelosamente custoditi dal singolo e non condivisi.
Ci dimentichiamo che ogni potere ha un suo termine: il capoufficio in pensione a chi darà ordini?
Alla moglie devota?
Non ce ne sono più, i figli sono andati in giro per il mondo e, al massimo, ti rimane il cane che alla fine si scoccia e va a rintanarsi nella cuccia.
Oppure ci viene l’Alzheimer e finiamo in balia di estranei, senza alcuna possibilià di scegliere e decidere: le vecchie care abitudini non hanno più valore e non siamo in grado di prendere decisioni, ma la vita, in ogni caso, continua.
Le emergenze ci fanno cambiare
Di fronte ad ogni emergenza o mutamento obbligatorio l’essere umano, che – se costretto – ha infinite capacità di adattamento grazie all’istinto di conservazione, cambia le proprie abitudini.
Se ho il colesterolo alle stelle smetterò di mangiare formaggio e uova anche se sono i miei alimenti preferiti: dopo un paio di mesi non ne sentirò nemmeno più la mancanza perchè la stessa rinuncia è diventata abitudine.
I giovani hanno scoperto che il lavoro sicuro, stabile a cui i genitori un tempo ambivano, non esiste più: si sono pertanto adattati alla mobility, a viaggiare per il mondo rinunciando completamente alla consolidata quotidianità; sopravvivono ugualmente.
Allora, cosa ci impedisce di osservare finalmente il mondo che ci circonda prendendo coscienza dei mutamenti che prima o poi saremo costretti ad affrontare?
Perchè tollerare che soltanto l’imposizione o la costrizione ci inducano a drastici quanto improvvisi cambiamenti?
Il celebre “cogito ergo sum” dovrebbe indurre tutti i pensanti a scegliere un modus vivendi più consono alle esigenze dei molti oltre che del singolo.
Spegnere la luce quando esci da una stanza, accendere la lavatrice solo quando il carico è completo, ridurre la velocità in autostrada, non sono scelte drammatiche o faticose ma una semplice dimostrazione di coscienza civica che implica un banale mutamento di abitudini che, tra l’altro, ci consente di risparmiare denaro.
Siamo sei miliardi e mezzo sulla terra (nel 2007, oggi nel 2018 siamo quasi otto miliardi), e tutti chiediamo sempre di più: si affacciano alla ribalta i paesi che fino a ieri vivevano in condizioni economiche ben diverse dalle nostre ed oggi puntano freneticamente ad un miglioramento.
La volontà di uscire da una sorta di Medioevo (ricordate la battuta di Merlino nel film La spada nella roccia? Tempi bui: niente elettricità, niente acqua calda…..) li renderà determinati ed alla fine metteranno nell’angolo quelle civiltà ormai rese deboli ed inette dalla certezza di aver raggiunto una posizione intoccabile.
La storia ce lo insegna.
Non aspettiamo i disastri per cambiare
Saggezza ci impone di correre ai ripari evitando gli eccessi che portano inevitabilmente agli squilibri: impariamo a ridurre l’inquinamento, i consumi inutili, le richieste eccessive ad una natura e terra che, portate al collasso, si ribelleranno forse con furia incontenibile. Il rispetto delle risorse a nostra disposizione non è un segno di debolezza ma di grande maturità; iniziare per primi non è un segno di paura ma di volenteroso avvio per la salvaguardia del genere umano e dei nostri stessi figli.
Aspettare che siano i potenti, i politici, “quelli che comandano”, a fare qualcosa perchè tocca a loro, è soltanto l’ennesima dimostrazione di ignavia ed egoismo che affonda la nostra umanità intesa come capacità di pensiero e scelta.
Comprare un’auto elettrica non è rinunciare al potere apparente della velocità e del lusso; non accendere tre condizionatori quando fa caldo (se non sei un cardiopatico o un anziano) non implica morte certa: significa appartenere ad una razza civile e pensante, che ha scelto di non farsi condizionare soltanto da più o meno consolidate abitudini, e desidera garantire un futuro alle generazioni che verranno.
Secondo il parere di autorevoli criminologi molti serial killer seviziano, torturano, uccidono perchè tutto ciò fa parte del loro concetto di potere, possedere, ed alla fine diventa un’abitudine a cui non possono rinunciare.
Vi consolerebbe sapere che siete morti perchè qualcuno, tra le altre cose, non è in grado di mutare?
Cambiare le proprie abitudini per il bene di tutti è l’aspetto che ci fa diversi dai predatori e ci autorizza ad autodefinirci esseri umani pensanti.